Le ultime previsioni economiche della Banca d’Italia tracciano un quadro preoccupante per l’economia nazionale, frenata dall’instabilità globale e dai nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti. A fronte di un PIL italiano previsto in crescita appena dello 0,6%, l’economia degli Emirati Arabi Uniti continua a espandersi con ritmi sostenuti, grazie a un ambiente pro-business e a una politica fiscale e commerciale aperta. In un contesto internazionale segnato da incertezza, aprire una società a Dubai rappresenta per molti imprenditori europei, e italiani in particolare, una strategia concreta per diversificare i rischi e crescere su scala globale.
Italia: PIL in rallentamento e investimenti in stallo
Il bollettino economico di aprile 2025 diffuso da Banca d’Italia conferma che l’economia italiana sta rallentando.
Dopo un primo trimestre con un +0,3% rispetto al trimestre precedente, le previsioni per l’intero anno si fermano a un modesto +0,6%.
Il rallentamento è imputabile in gran parte ai nuovi dazi commerciali imposti dagli Stati Uniti, che ridurranno la domanda estera, soprattutto nei comparti manifatturieri ed export-oriented.
Sebbene i consumi interni e le misure del PNRR offrano un parziale sostegno, gli investimenti in beni strumentali restano deboli, bloccati da incertezza e costi di finanziamento ancora elevati.
Dazi e incertezza: un clima sfavorevole per le imprese
Il contesto economico globale è reso ancora più incerto dalla guerra commerciale in atto.
I dazi introdotti dall’amministrazione statunitense a partire dal 2 aprile 2025, e poi temporaneamente ridotti il 9 aprile, colpiscono le economie esportatrici europee, Italia inclusa.
Aumentano le difficoltà per le imprese italiane che operano su scala internazionale, già messe alla prova da burocrazia, tassazione elevata e rigidità strutturali.
In questo clima, fare impresa a Dubai diventa un’opzione sempre più concreta per chi desidera stabilità normativa, accesso ai mercati emergenti e un ambiente fortemente favorevole all’innovazione.
Dubai: un ecosistema che attrae investimenti
Mentre l’Europa combatte con crescita lenta e tensioni geopolitiche, gli Emirati Arabi Uniti stanno rafforzando il proprio ruolo di hub economico globale.
Il governo di Dubai continua a investire in infrastrutture, tecnologie e servizi finanziari, con una crescita stimata del PIL nazionale superiore al 3,5% per il 2025 (secondo il FMI).
L’accesso facilitato al credito, la totale esenzione da imposte sulle imprese in molte zone franche e la stabilità politica rendono aprire una società a Dubai un’opportunità strategica per chi vuole crescere in un mercato dinamico e ben connesso a livello internazionale.
Fare impresa a Dubai: meno burocrazia, più opportunità
A differenza del contesto italiano, dove aprire un’attività può richiedere settimane e affrontare una lunga serie di adempimenti fiscali e autorizzativi, a Dubai tutto è digitalizzato e veloce.
La costituzione di una società può avvenire in pochi giorni, con costi competitivi e piena proprietà straniera in numerosi settori.
I vantaggi vanno oltre la fiscalità: Dubai offre un accesso immediato a mercati africani, asiatici ed europei, oltre a una reputazione crescente come polo per l’innovazione, la sostenibilità e il commercio internazionale.
In questo scenario, fare impresa a Dubai non è più un’eccezione, ma una tendenza in ascesa tra startup e PMI italiane.
Il momento di guardare oltre
Il divario tra l’economia italiana e quella degli Emirati Arabi si fa sempre più evidente.
Mentre in Italia i dazi, l’instabilità e la scarsa crescita limitano le ambizioni imprenditoriali, Dubai si conferma una destinazione d’eccellenza per chi vuole costruire un business internazionale solido e competitivo.
Le difficoltà economiche in Europa richiedono visione strategica: aprire una società a Dubai oggi significa proteggere il proprio capitale, espandersi in mercati resilienti e sfruttare un ecosistema progettato per la crescita.
In un mondo che cambia rapidamente, la geografia del successo imprenditoriale sta cambiando e si rivolge a Dubai.