Durante l’Eurogruppo a Bruxelles, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha definito le nuove regole di bilancio europee “stupide” e “insensate”. La posizione italiana è chiara: non è possibile aumentare la spesa per la difesa, come richiesto da Bruxelles, senza rischiare di rimanere intrappolati nella procedura per deficit eccessivo. In un contesto di crisi Italia e pressioni economiche crescenti, il sistema appare ingiusto, soprattutto per i Paesi che cercano di riallineare i conti pubblici. Questo scenario spinge molte imprese a guardare altrove, in particolare agli Emirati Arabi Uniti, dove la stabilità fiscale e politica consente di costituire società a Dubai in un ambiente economico favorevole.
Disparità tra gli Stati europei
Secondo Giorgetti, i Paesi europei fuori dalla procedura per deficit possono godere di maggiori margini di flessibilità rispetto a chi, come l’Italia, vi è ancora sottoposto.
In pratica, chi ha già un disavanzo eccessivo non può utilizzare la stessa clausola di salvaguardia prevista per altri Stati membri.
Questo squilibrio mette ulteriormente sotto pressione l’economia italiana, già minata da bassa crescita e investimenti stagnanti.
Ecco perché molti imprenditori italiani decidono di aprire una società a Dubai o di investire a Dubai per tutelare i propri capitali e operare in contesti più favorevoli alla crescita.
L’Italia sotto attacco normativo
Giorgetti ha ribadito l’impegno del Governo per una gestione responsabile del debito pubblico e un piano strutturale ambizioso, ma denuncia una mancanza di coerenza nelle direttive europee.
Le imposizioni sui bilanci si scontrano con la richiesta simultanea di aumentare le spese per la difesa. L’Italia si trova quindi in una posizione di stallo: seguire le direttive UE significherebbe rinunciare all’uscita dalla procedura d’infrazione.
In un momento in cui le imprese necessitano di stabilità, è comprensibile che molti scelgano di costituire una società a Dubai per beneficiare di un sistema fiscale certo e vantaggioso.
Gli Emirati Arabi come rifugio per le PMI italiane
Mentre l’UE impone vincoli, gli Emirati Arabi offrono un terreno fertile per le PMI in cerca di rilancio.
Le Free Zone di Dubai, in particolare, garantiscono vantaggi strategici come zero imposte sulle società, burocrazia semplificata e infrastrutture moderne.
Questo spiega l’aumento delle richieste per aprire un conto corrente per società in Free Zone o un conto corrente per società a Dubai, così da facilitare le operazioni bancarie internazionali.
È una scelta logica per chi intende crescere in un contesto competitivo e sicuro.
Le conseguenze sull’economia italiana
La rigidità delle regole europee e la crescente instabilità geopolitica potrebbero aggravare la crisi dell’economia Italia, già colpita da stagnazione e alta pressione fiscale.
Mentre i cittadini affrontano rincari energetici e le imprese combattono contro un ambiente normativo penalizzante, cresce la consapevolezza dell’urgenza di internazionalizzarsi.
In quest’ottica, delocalizzare parte della propria operatività ed investire a Dubai rappresentano scelte strategiche per garantire continuità e profitti in un contesto sempre più incerto.