Di fronte a un panorama economico incerto in Italia, segnato da una crescita prevista sotto l’1% nel 2024 e da un debito pubblico in costante aumento, molti imprenditori italiani stanno volgendo lo sguardo verso mercati esteri più promettenti. Tra le destinazioni principali spiccano gli Emirati Arabi Uniti, e in particolare Dubai, dove l’economia si distingue per la sua floridità e resilienza. Con una diversificazione economica già avanzata e politiche fiscali altamente favorevoli, Dubai rappresenta una meta strategica per chi cerca nuove opportunità di investimento e sviluppo. Le riforme e gli investimenti infrastrutturali della regione, unite a un ambiente imprenditoriale dinamico, attirano un numero crescente di italiani desiderosi di sfruttare il clima economico positivo degli Emirati.
Moody’s prevede una crescita moderata per l’Italia: sotto l’1% nel 2024
Secondo l’analisi di Moody’s, la crescita economica dell’Italia rimarrà moderata, con una previsione di crescita inferiore all’1% per il 2024
Il deficit si ridurrà al 4,6%, mentre il debito pubblico è destinato ad aumentare.
I fondi del Pnrr continuano a sostenere le prospettive economiche italiane, ma la spesa delle risorse disponibili sarà “impegnativa” da realizzare entro il 2026, dato che finora è stata inferiore alle attese.
Moody’s avverte che l’Italia dovrà affrontare un significativo aggiustamento fiscale per mantenere avanzi primari in grado di stabilizzare il debito, soprattutto in un contesto di tassi di interesse elevati e con un potenziale di crescita stimato intorno allo 0,8%.
Attualmente, l’Italia possiede un rating Baa3 con outlook stabile, ma la revisione del rating non implica cambiamenti immediati.
L’agenzia prevede che il debito pubblico salirà al 139,7% del PIL nel 2024, rispetto al 134,8% del 2023, e continuerà a crescere fino a oltre il 143% nel 2027.
I risultati dell’implementazione del Pnrr sono stati “contrastanti”: l’Italia è stata la prima nazione dell’UE a richiedere le ultime tranche di finanziamento, ma la spesa totale delle risorse disponibili entro la fine del 2026 risulta complessa da raggiungere.
Moody’s potrebbe migliorare il rating se ci fossero segnali di una crescita economica significativamente più forte; al contrario, una revisione al ribasso del rating potrebbe avvenire in caso di un indebolimento della forza economica e finanziaria dell’Italia.
Emirati Arabi Uniti: Diversificazione Economica e Nuove Dinamiche Geopolitiche
Gli Emirati Arabi Uniti (EAU) si pongono come obiettivo chiave la diversificazione economica, un traguardo già raggiunto con oltre il 70% del prodotto interno lordo (PIL) proveniente da settori non petroliferi.
Nonostante ciò, il governo di Abu Dhabi continua a investire nell’energia, in particolare nel gas naturale, per rispondere alla crescente domanda dei mercati asiatici ed europei.
In ambito politico, gli Emirati stanno consolidando la loro strategia di multi-allineamento, privilegiando la cooperazione con gli Stati Uniti nel settore dell’intelligenza artificiale (AI), mentre percepiscono il multipolarismo come un’opportunità economica e politica nel contesto del “Global South”.
Il multipolarismo è visto come una necessità per il futuro post-petrolifero degli Emirati, i quali preferiscono mantenere relazioni equilibrate con vari attori globali.
I recenti accordi economici, come i Comprehensive Economic Partnership Agreements (CEPA) con paesi come India e Turchia, sono esempi della volontà emiratina di espandere la propria influenza economica senza barriere tariffarie.
A livello regionale, Abu Dhabi si impegna per la de-escalation dei conflitti tra Iran e Israele e potrebbe partecipare a missioni internazionali di pace a Gaza, mentre continua a investire in minerali e metalli strategici in Africa e America Latina.
Secondo le stime governative, l’economia emiratina ha registrato una crescita del 4,3% nell’ultimo quadrimestre del 2023.
La diversificazione oltre il settore petrolifero è evidente, con il non-oil che rappresenta oltre il 70% del PIL.
In particolare, il non-oil di Abu Dhabi è cresciuto fino al 59% negli ultimi dieci anni.
Gli idrocarburi, pur rimanendo una fonte cruciale di investimenti, sono affiancati da piani di sviluppo per il gas naturale liquefatto (GNL), con investimenti previsti di oltre 13 miliardi di dollari tra il 2024 e il 2029.
Nel 2024, gli Emirati sono stati rimossi dalla lista grigia della Financial Action Task Force (FATF) per il rischio di transazioni illecite, grazie a un rafforzamento delle leggi antiriciclaggio.
Tuttavia, permangono sfide, come la sospensione di alcune raffinerie d’oro e la necessità di migliorare la trasparenza nei mercati finanziari.
Mentre l’Italia affronta sfide economiche significative, sempre più imprenditori italiani scelgono di investire negli Emirati Arabi Uniti, attratti da una crescita economica stabile e da un mercato estremamente favorevole.
Dubai, in particolare, si è affermata come un hub per gli affari grazie a una politica fiscale vantaggiosa, con tassazione personale assente e una burocrazia snella che facilita gli investimenti.
Secondo recenti rapporti, il volume di investimenti esteri diretti italiani negli Emirati è cresciuto del 35% negli ultimi cinque anni, a conferma del crescente interesse verso questa regione.
Tra i settori più attrattivi per gli imprenditori italiani figurano l’edilizia, l’arredamento, la moda e la tecnologia, tutti ambiti in cui il Made in Italy trova un’accoglienza calorosa e una clientela disposta a premiare l’eccellenza.
Guardando al futuro, la sinergia tra Italia ed Emirati Arabi Uniti si consolida sempre più, con progetti di cooperazione economica e scambi commerciali in crescita.
L’apertura di nuovi accordi bilaterali e la partecipazione italiana a eventi strategici testimoniano il forte legame tra i due Paesi.
In questo contesto, Investire a Dubai si presenta come una chiave di volta per gli italiani in cerca di un ambiente imprenditoriale fiorente e di opportunità che consentano di superare le sfide della crisi economica nazionale.