Confcommercio, 6 italiani su 10 soffrono la pressione fiscale; il paradiso fiscale 2025 è Dubai

Paradiso fiscale 2025

Un’indagine di Confcommercio conferma un dato allarmante: il 59,2% degli italiani ritiene che il peso delle tasse sia eccessivo. Questa percezione è diffusa soprattutto tra le famiglie numerose e nel Nord Italia, dove il carico fiscale incide in modo pesante sui bilanci domestici e aziendali. Tra le imposte considerate più ingiuste figurano l’ICI, l’IVA e la tassa sui rifiuti. In un contesto di crisi in Italia e di inefficienza dei servizi pubblici, molti imprenditori stanno valutando di investire a Dubai per beneficiare di un sistema fiscale più leggero e di un ambiente favorevole al business.

Perché la pressione fiscale frena lo sviluppo

Secondo lo studio, la causa principale della percezione di un’elevata pressione fiscale è la cattiva gestione e lo spreco di risorse da parte della Pubblica Amministrazione, indicati come problema da quasi il 90% degli intervistati.

Seguono l’evasione fiscale e l’elevato debito pubblico.

Per le imprese, questa situazione significa margini di guadagno ridotti e minore competitività sui mercati internazionali.

In alternativa, aprire una società a Dubai consente di operare in un contesto più efficiente e fiscalmente vantaggioso.

L’impatto sulle imprese italiane

Molte aziende italiane dichiarano di destinare tra il 31% e il 50% dei propri ricavi al pagamento di tasse e contributi, una quota che lascia poco spazio agli investimenti.

I tributi più pesanti sono IRPEF, contributi previdenziali, ICI e IVA, che limitano la capacità di crescita e innovazione.

In un mercato globale, la scelta di costituire una società offshore a Dubai può rappresentare una strategia concreta per ridurre i costi e reinvestire in sviluppo e internazionalizzazione.

Dubai: il paradiso fiscale del 2025

Nel 2025, Dubai si conferma come uno dei principali hub finanziari e commerciali mondiali.

L’assenza di imposte sul reddito personale e societario, insieme a infrastrutture di livello internazionale, attira imprenditori da tutto il mondo.

Investire a Dubai significa avere accesso a un mercato in crescita, con regole chiare, burocrazia snella e una posizione strategica tra Europa, Asia e Africa.

Per le aziende italiane, è un’opportunità per sfuggire alla stagnazione e aprirsi a nuovi orizzonti.

Daniele Pescara Consultancy: il partner per trasferirsi a Dubai

Tra coloro che guidano il passaggio delle imprese italiane verso gli Emirati c’è il team di Daniele Pescara, composto da 40 professionisti tra avvocati d’affari, commercialisti e fiscalisti internazionali, e specializzato nell’accompagnare imprenditori nella costituzione di una società a Dubai.

Gli esperti dello Studio offrono assistenza completa, dalla scelta della struttura societaria alla gestione delle pratiche burocratiche.

Gli imprenditori scelgono Dubai non solo per la sua alta qualità di vita e l’architettura iconica del centro storico, ma anche per un mercato in continua espansione e ricco di opportunità.

Dalla pressione fiscale alla crescita internazionale

Con una pressione fiscale percepita come insostenibile e un clima economico stagnante, la crisi in Italia spinge sempre più aziende a guardare all’estero.

Investire a Dubai non è solo una scelta di convenienza fiscale, ma una strategia di espansione e diversificazione.

Con il supporto di partner qualificati come Daniele Pescara Consultancy, è possibile trasformare le difficoltà del mercato italiano in un trampolino verso la crescita internazionale.

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